Una sera al bar: Set chi an vendu al Castet! E chi la cumpràa? Un Dutur!! A se? Mei, acse si stom mal fom senza arivar a la Casina…….
La cosa, in realtà, è un pò diversa. Il Castetto, collinetta dominante la parte nord di Cortogno, è stato acquistato nel 2003 dal Dottor Zini Michele, medico endocrinologo dell’Arcispedale S.Maria Nuova di Reggio Emilia nonché Consigliere Nazionale della Associazione Medici Endocrinologi. La famiglia Zini, composta da Michele, la moglie Daniela e i figli Maria Giulia, Luigi, Giacomo e Maria Sofia, viene a Cortogno principalmente in estate visto che abitano stabilmente in città, anche se Michele, che a Cortogno risiede dal 2003, non manca di trascorrere anche i week end invernali in collina. Lo scorso inverno, in particolare, lo abbiamo visto stoicamente risalire a piedi la strada del Castetto con un metro di neve…… Siccome noi Cortognesi oltre che essere un pò sclerotici siamo anche curiosì. Vogliamo fare qualche domanda a Michele per capire come è caduto a Cortogno (forse essendo in una buca non ha faticato tanto!!!).
Come hai conosciuto cortogno ?
Da ragazzo, dai 16 ai 18 anni, frequentavo un gruppo di giovani che si ritrovava a Ceredolo dei Coppi, nell’ex albergo di Don Zecchetti. Venivamo per una settimana dopo la fine delle scuole e per una settimana prima dell’inizio dell’anno scolastico. E’ stata una esperienza formativa ed educativa straordinaria, che tutti ricordiamo con grandissimo piacere, e che per certi aspetti non è ancora terminata. Tra le altre cose, del gruppo faceva parte Daniela, che poi sarebbe diventata mia moglie. Abbiamo imparato tantissime cose, e ci siamo anche divertiti. Al mattino e in parte al pomeriggio studiavamo, riflettevamo, ascoltavamo persone esperte su temi di attualità, sotto la guida del prete che aveva avuto l’incarico di seguire il nostro gruppo. La sera e qualche pomeriggio ci concedevamo un po’ di tempo libero, e giravamo a piedi e a volte in motorino (in due su ogni motorino, senza casco, io avevo un Gilera 50). Così abbiamo conosciuto le località vicine a Ceredolo, e tra queste anche Cortogno. Terminate le scuole superiori abbiamo smesso di andare a Ceredolo, e per 25 anni non sono più capitato a Cortogno.
Chi ti ha indicato questa “ridente” localita’ della valle del Tassobbio ?
E’ successo che il richiamo del Basso Appennino si è fatto risentire, anche perchè i bimbi hanno secondo me un bisogno forte di vedere il mondo vero. E il mondo vero non è quello delle scatole in cui troppo spesso vivono: scuola, palestra, ma anche attività sportive preconfezionate, e poi da più grandi le discoteche, luoghi di ritrovo troppo artificiali ecc. E allora abbiamo cercato una abitazione in campagna e il destino ci ha riportato nella zona dove io e mia moglie ci siamo conosciuti. Secondo me non è un caso. In particolare, un amico ci ha segnalato tramite Silvano dell’esistenza del Castetto. Da quel momento in poi tutto è andato avanti automaticamente, senza alcuna possibilità di fermata. E siamo ben contenti.
Come stai a Cortogno ?
Abbiamo trovato tante cose che cercavamo: natura, verde, tranquillità, un po’ di giardino che in città non abbiamo. Ma abbiamo trovato anche ciò che non sapevamo ci fosse, e cioè una comunità coesa, attiva e solidale raggruppata attorno alla Pro Loco e alla Parrocchia. Come sempre, la differenza la fanno le persone.
Cosa ti piace di Cortogno ?
Quando, arrivato al Carrobbio, giro a sinistra giù per Cortogno per me cambia il mondo. E’ questo che mi piace di più. Penso a quelli che per provare delle emozioni sono costretti a fare viaggi “fantozziani” per andare in blasonate località turistiche più o meno artificiali che si “comperano” in una agenzia di viaggi: beh, io vado a Cortogno. La valle del Tassobbio è veramente bella, verde, rilassante. Poi, d’accordo, anche a me piacerebbe vedere un pezzo di mondo !
Cosa non ti piace ?
C’è una cosa che, più che non piacermi, mi rattrista e mi preoccupa. Sento dire che le attività economiche del paese non sono molto redditizie: che il parmigiano-reggiano rende poco, che i margini di guadagno sono scarsi, che i maiali addirittura sono in perdita. Ma come è possibile che un formaggio di eccezionale qualità come quello di Cortogno guadagni poco ? E perchè, nella patria del prosciutto e dei salumi, l’allevamento dei maiali non rende ? D’accordo che tutta l’agricoltura è in crisi, ma dovremmo tenere presente che tutto quello che mangiamo viene pur sempre dall’agricoltura. Insomma, c’è qualcosa che non capisco, e che un po’ mi inquieta.
Come si concilia il tuo lavoro con il venire a Cortogno ?
Lavoro in ospedale a Reggio, ed ho un lavoro che richiede un po’ di applicazione e di impegno. A volte vado in trasferta, e quando torno devo “mettermi in pari”. Ma ho due grandi fortune: vado volentieri a lavorare al mattino perchè credo in quello che faccio e mi piace, e poi torno volentieri a casa la sera perchè sto bene con la mia famiglia. Però, in effetti, il tempo che ho per venire a Cortogno è meno di quello che vorrei. Faccio come posso, e a volte mi accontento di sapere che il Castetto è la che mi aspetta.Del resto, non ho un concetto “eroico” del medico, quelli che nei telefilm americani continuamente salvano vite umane. Quello che mi viene meglio è prendere i problemi di salute che la gente mi porta, e fare il possibile per risolverli, o se non è possibile risolverli almeno per gestirli, controllarli, alleviarli. Non penso che esista il grande medico che con la sua scienza compie i miracoli. Sono, invece, molto legato all’idea di medico che ascolta le persone, cerca di inquadrare correttamente i loro problemi sanitari, e avvia il percorso giusto per risolverli. La medicina non è una scienza, nè un’arte, nè terra per eroi, nè una missione: è una disciplina umana, fatta da persone e rivolta alle persone, che utilizza strumenti scientifici per combattere le malattie.
di Matteo Domenichini
dal Giornalino 2010