Guardavo per terra nei pressi della fornace romana e tra i tanti e soliti coccetti spunta anche un dischetto. un dischetto piccolino e tutto consumato.
mi sono detto forse una moneta!
Per fortuna c’era una giornata limpida, con il sole invernale potente, con la luce radente serale vedo un lettera “S” e una forma che sembra un cazzetto!
Il dischetto di metallo che ho raccolto in Campiano, dovrebbe essere… un dupondio di Antonino Pio, imperatore Romano vissuto tra il 138 e il 161 dopo Cristo.
Il dupondio era una monetina in bronzo o in una lega speciale chiamata Oricalco che valeva 2 assi (l’asse era l’unità di misura della monetazione romana). Il sesterzio ne valeva 4 di assi.
Il cazzettino si è rivelato un fulmine alato – Il fulmine è l’emblema della Divina Provvidenza (e anche di Zeus), Providentiae Deorvm infatti era la scritta che probabilmente doveva contornare il fulmine alato. la sigla SC (senatus consultum) contrassegna l’asse e le altre monete in bronzo che venivano coniate su deliberazione del senato romano.
Poi nel retro doveva esserci il bel testone di Antonino Pio, ora invece c’è un chiazza informe che assomiglia più ad un paramecio.